L’alimentazione aiuta a contrastare l’artrite reumatoide: i migliori integratori da assumere

L’alimentazione aiuta a contrastare l’artrite reumatoide: i migliori integratori da assumere

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica che coinvolge le articolazioni causando infiammazione, dolore, gonfiore e riduzione della mobilità.

Le cause specifiche di questa malattia non sono ancora note e ad oggi non esiste una cura risolutiva. Il trattamento dei pazienti affetti da artrite reumatoide è esclusivamente di tipo sintomatico, volto a ridurre i fastidi ed alleviare i dolori articolari. Nella prevenzione e nel trattamento dell’artrite reumatoide un ruolo molto importante è determinato dall’alimentazione, che deve seguire alcune linee guida e va spesso integrata con specifici prodotti commerciali.

L’artrite reumatoide è più frequente nelle donne rispetto agli uomini ed insorge tra i 40 ed i 60 anni. Colpisce l’1% della popolazione ed è tipica dell’invecchiamento che determina l’usura delle cartilagini articolari.

Questa malattia, meno comune dell’artrosi, si sviluppa per lo più in soggetti predisposti geneticamente. Esistono dei fattori ambientali che possono determinare l’artrite reumatoide come ad esempio stress, fumo, cattiva igiene orale, infezioni virali.

Artrite reumatoide: cosa accade alle articolazioni?

Quando esordisce, la malattia colpisce le piccole articolazioni come polsi, mani, piedi e caviglie per poi estendersi a ginocchia, mandibola, spalle, gomiti. Alla base del dolore e dell’alterazione delle articolazioni c’è una reazione del sistema immunitario a carico della membrana sinoviale che avvolge le articolazioni ed è responsabile della produzione del liquido sinoviale. In seguito all’infiammazione che si genera, l’articolazione si gonfia e si registrano danni alle cartilagini e alle ossa sottostanti.

Nelle forme peggiori possono essere interessati anche polmoni, reni, occhi, cuore e cute.

I sintomi variano per intensità e durata ma solitamente inizialmente sono molto simili ai sintomi influenzali accompagnati da malessere generale, perdita di appetito e di peso. Possono includere dolore, rigidità articolare, gonfiore e comparire maggiormente al mattino o dopo un periodo di riposo.

Acidi grassi e artrite reumatoide

Una delle evidenze ormai più consolidate nella gestione dei soggetti affetti da artrite reumatoide è il benefico effetto degli acidi grassi polinsaturi della serie omega 3. In particolare il componente EPA si è dimostrato efficace nel contrastare i sintomi e rimettere i fastidi. Anche gli elementi DHA, ALH e ALA (acido alfa-linolenico) sono considerati validi nell’alleviare i sintomi della malattia. Altri studi hanno dimostrato che anche acidi grassi non essenziali del tipo Omega 6 possono essere usati in supporto alla terapia farmacologica e anzi, l’acido gamma linolenico pare essere più efficace anche di quelli della serie Omega 3.

L’alimentazione del malato di artrite reumatoide

In relazione a quanto evidenziato dagli studi scientifici, la gestione alimentare dei pazienti affetti da questa malattia autoimmune cronica non può prescindere dal consumo di cibi ricchi di Omega 3 e omega 6. Tra questi vanno ricordati i pesci grassi provenienti dai mari freddi, il pesce azzurro, l’olio estratto dal plancton e alcune specie di alghe come l’alga Kombu, in grado di fornire EPA e DHA, ma anche i semi oleosi ( ad es. olio di colza, di lino, di kiwi etc..), ricchi di ALH e ALA. Da evitare, invece, i cibi ricchi di cereali raffinati.

Integratori alimentari migliori per la gestione dell’artrite reumatoide

E’ evidente che, oltre alla normale gestione alimentare, siano assolutamente consigliabili gli integratori che forniscano gli acidi grassi necessari. In particolare, l’olio di krill (plancton dei mari del nord) e la polvere di alga Kombu sono prodotti di grande utilità. Anche l’alga spirulina può essere considerata un integratore efficace di acido gamma lionolenico.

Oltre agli integratori di acidi grassi, in commercio si trova un integratore, L’ AHCC (Active Hexose Correlated Compound) , che agisce come modulatore della risposta immunitaria e che sembra essere in grado di ridurre i livelli di calprotectina e TNF-α, responsabili dei processi infiammatori che avvengono nelle articolazioni, quando associato alla terapia farmacologica.