Sonno e memoria: ecco perchè dormire aiuta l’apprendimento
Forse lo avevi già sentito dire, ma ora è davvero ufficiale: sonno e memoria sono strettamente collegati.
La scienza non ha più dubbi e dopo numerosi studi ed esperimenti ecco che ha avuto diverse conferme della tesi di come durante il sonno il nostro cervello renda nozioni e ricordi ancora più solidi e duraturi.
Insomma, il detto chi dorme non piglia pesci non è più così perfettamente corretto visto che, a quanto pare, chi dorme apprende molto di più.
Il riposo è da sempre importantissimo per la nostra salute. Infatti, un corpo riposato ha molte più energie ed ha una salute di base molto più ferrea.
Dormire bene significa avere un sistema immunitario più attento e forte, un cervello molto più attivo, un sistema cardio-circolatorio ben funzionante, un livello di stress e stanchezza minore e molto altro ancora.
Un riposo di qualità, insomma, è la migliore prevenzione e medicina in assoluto.
Sicuramente ti sarà capitato di sentirti dire “Una bella dormita e sarai come nuovo”, e per molti versi è vero. Ecco, quindi, come la scelta del materasso matrimoniale corretto e l’impostazione di una routine serale perfetta sono alla base per una vita più in salute.
Ma come può il sonno aiutare anche l’apprendimento e la memoria? Scopriamolo insieme.
Sonno e memoria: perchè e come funziona
Il cervello e le sue funzioni sono da sempre fonte di attenti studi.
A dire il vero, però, nonostante si siano fatti enormi passi in avanti nel settore, c’è sempre un po’ di mistero e di domande senza risposta.
Il cervello è davvero complicato nel suo funzionamento e sapere tutto al 100% è praticamente impossibile.
Bisogna dire, però, che il meccanismo che si cela dietro alla memorizzazione e l’apprendimento è sempre più chiaro. Tanto da essere arrivati a capire come il sonno sia un valido braccio destro quando si deve imparare una cosa nuova e fissare nuovi concetti.
Gli studenti saranno davvero felici di tutto questo: possono studiare dormendo. Beh, non è proprio così semplice, quindi cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in merito.
Sonno e memoria: lo studio fatto
Per addentrarci in questo argomento è necessario, prima di tutto, scoprire un po’ di più sullo studio fatto.
Sul collegamento sonno ed apprendimento sono stati fatti tanti esperimenti ma quello che vogliamo portare maggiormente alla luce è quello della New York University.
In questo studio è stato usato un sistema all’avanguardia composto da tanti elettrodi per creare una sorta di griglia neurale fitta e precisa.
Grazie a questo sistema i ricercatori hanno potuto osservare da vicino quello che accade durante il sonno.
In pratica hanno osservato attivazioni e de-attivazioni neurali su aree molto ampie del cervello.
In questo modo è stato possibile isolare, durante la fase non REM del sonno, attivazioni sincronizzate tra due regioni distinte: l’ippocampo e la neocorteccia associativa.
Insomma un enorme passo avanti che ha fatto comprendere come anche durante il sonno avvengano movimenti importanti.
Nello studio, poi, sono state studiate le diverse attività nella fase non REM di due gruppi di ratti:
- il primo gruppo aveva passato la giornata in un labirinto cercandone l’uscita
- il secondo gruppo aveva esplorato senza un fine
Le attivazioni tra i due emisferi erano visibili solo nel gruppo che aveva dovuto uscire dal labirinto.
Sonno e memoria: le conclusioni
Tirando le somme di quanto detto fino ad ora, quindi, è ovvio di come gli stimoli dati durante il giorno portino a delle attività conseguenti nella notte.
Il dialogo tra ippocampo e corteccia è fondamentale in questa memorizzazione.
Nel riposo questo dialogo è ancora maggiore e porta ad un fissaggio di concetti e concetti ancora più netto e solido.
Insomma, le cose da scoprire sono ancora tante ma si sono già fatti passi da gigante in merito.