Una coccola per il palato

Una coccola per il palato

Non sono solo un’abitudine golosa per chiudere in bellezza un pasto di più portate, ma soprattutto una coccola per il palato e per la mente: i dolci fanno inevitabilmente parte delle nostre vite e, per tradizione, si associano ai momenti di festa e di socialità, ma anche, per contrappasso, a tutti quei momenti in cui c’è bisogno di tirarsi un po’ su di morale.

Bontà per tutti i gusti e le occasioni

Al piatto, al bicchiere, al cucchiaio, in coppetta, da tagliare a fette o in formato monoporzione: solidi, liquidi, friabili, cremosi, croccanti, morbidi, scioglievoli o gelatinosi: tra torte, crostate, plumcake, muffin, biscotti, budini, mousse, creme, gelati, semifreddi, milk shake, i dolci rappresentano una categoria culinaria estremamente ampia e capace di soddisfare i gusti di chiunque, nonché di prestarsi alle occasioni di consumo più diverse.

In tutto il mondo (o quasi) non c’è festa di compleanno, cerimonia e ricorrenza che non includa nel banchetto un trionfo di zucchero e addirittura le celebrazioni religiose e non più tradizionali (da Natale a Pasqua, passando per l’Epifania e il Carnevale) hanno un loro dolce tipico e caratteristico, che spesso varia da Regione a Regione o da famiglia a famiglia, ma è comunque un’ulteriore testimonianza del ruolo sociale delle preparazioni di pasticceria.

Un regalo d’eccezione, dall’antichità a oggi

Anche l’antica l’usanza di distribuire e regalare dolci in alcune occasioni si lega al significato simbolico di questi cibi, che per forma, ingredienti o tecnica di preparazione, diventano veri e propri emblemi di condivisione di valori profondi o un augurio di buon auspicio. Un esempio classico è quello dei confetti, la cui storia – come si legge su Il giornale del cibo – sembra risalire già all’epoca romana o all’impero bizantino, legata alla celebrazione di nascite, matrimoni, nonché dei festeggiamenti del carnevale. Presso questi popoli antichi infatti era già viva l’usanza di avvolgere frutta secca e semi (ma anche alcuni preparati medicinali dal sapore amaro) con un guscio dolce che, fino all’introduzione in Europa dello zucchero di canna nel 700 d.C (a opera dei saraceni) era composto di miele e farina. In epoca rinascimentale gli ospiti venivano accolti nelle case nobiliari con coppe ricolme di confetti e questi dolci erano utilizzati anche per celebrare l’assunzione dei voti da parte di monache e sacerdoti. Nello Stato pontificio invece i confetti erano donati agli attori al termine degli spettacoli teatrali.

Tentazioni a cui si può cedere senza rimorsi

Purché non si ecceda, i dolci possono a tutti gli effetti entrare a far parte di un’alimentazione sana ed equilibrata, e -strano ma vero! – persino di una dieta dimagrante! Infatti gli zuccheri (così come i grassi e gli altri carboidrati) non devono essere considerati il male assoluto di chi vuole restare in forma o mantenersi in salute. Anzi, in alcuni casi, soprattutto se fatti in casa o prodotti in modo artigianale, possono rappresentare un’alternativa più sana rispetto a tanti snack iperprocessati e confezionati. Non solo: sono in molti a sostenere che proprio gratificarsi di tanto in tanto con qualcosa di sfizioso funzioni come un incentivo per proseguire con maggiore determinazione un programma alimentare controllato, senza comprometterne i risultati. Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio, puntare sulla qualità invece che sulla quantità e rispolverare qualche ricetta semplice e sana, custodita nei ricettari delle nonne, dedicandosi con olio di gomito alla preparazione di impasti, sfoglie, creme e così via. Perché a voler ben guardare, rinunciando alla comodità della tecnologia per realizzare qualche passaggio impegnativo a mano, in cucina si può fare anche una buona dose di attività fisica!