Torta della nonna: a ciascuno la sua…
Un dolce tradizionale, semplice e genuino, le cui origini si perdono nei secoli, tra romanticismo, leggende e ricordi infantili di tantissimi “nipoti” (reali o presunti).
Un dolce che sfida l’anonimato
Una ricetta che, almeno nel nome, nasce senza un’identità precisa, ma che ciascuno associa a una figura ben individuabile della sua vita: la “torta della nonna” è un dolce di tutti e di nessuno, che sa di infanzia, di colazioni domestiche, di merende semplici nella cucina di casa e del profumo inebriante che esce dal forno ogni volta che un’amorevole mamma “al quadrato” si affaccenda per deliziare (e viziare) i nipoti. Ciascuno ne custodisce un esemplare nel proprio “ricettario emotivo”, quella lista di ricette del cuore e piatti preferiti, che solo a nominarli evocano immediatamente i bei ricordi d’infanzia. Insomma ciascuno ha una propria nonna amante della buona cucina capace di sfornare la “sua” torta perfetta!
Dalla torta “di ciascuno” alla torta “di tutti”
Romanticismo a parte, la “torta della nonna” non è affatto una delizia esclusivamente “casalinga” di cui esistono tante varianti quante sono le “nonne” disposte a prepararla. Si tratta invece di un vero e proprio pilastro della cucina italiana; un dolce tradizionale, con una base di pasta frolla e un ripieno di crema pasticcera. Il tutto arricchito con una copertura di pinoli e decorato con zucchero a velo. Semplice ma raffinata, la torta della nonna è diventata famosa in tutta Italia, affermandosi con successo nei menù di molti locali di ristorazione (da quelli più caserecci a quelli più pettinati) soprattutto negli anni 80 e 90 del XX secolo. La ricetta è quindi diventata un classico, ma la conoscenza delle sue vere origini si sono perse nel tempo.
Un pedigree confuso
Se c’è chi azzarda l’ipotesi di una paternità ligure, secondo i più questo dessert avrebbe avuto origine in Toscana e sarebbe nato nel territorio aretino (ovvero attorno ad Arezzo) o, più probabilmente, avrebbe tratto i suoi natali nella zona di Firenze. La leggenda, riportata dal sito della Gazzetta Digitale, narra infatti che l’idea della ricetta sarebbe nata per scommessa. Tutto avrebbe avuto inizio quando il cuoco Guido Samorini, titolare del ristorante San Lorenzo di Firenze dovette soddisfare i suoi clienti (stanchi delle poche opzioni di dessert che la cucina offriva loro come conclusione del pasto) con la promessi di una dolce novità. Per la settimana successiva si adoperò per sfornare un dolce ricco di gusto e avvolgente, che potesse conquistarli tutti spezzando la monotonia della sua cucina ancorata alle poche proposte della pasticceria tradizionale locale. Il risultato fu tanto apprezzato dai commensali e ottenne un tale successo tra gli avventori, che il cuoco iniziò a considerarlo il fiore all’occhiello del suo locale.
Ne parlava già Pellegrino Artusi?
Un presunto riferimento alla torta della nonna è stato individuato già nell’opera intitolata La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, un manuale di cucina scritto dal gastronomo e critico letterario italiano Pellegrino Artusi e pubblicato per la prima volta nel 1891. Qui lo scrittore parla di “un dolce ai pinoli e alla crema pasticcera, un pasticcio gradevole (con) una frolla povera” insinuando l’idea che questa torta esistesse già prima dell’epoca in cui la sua origine viene tradizionalmente collocata dalla leggenda.
La certezza di una merenda più sana
Ciò che è certo, è che la torta della nonna può essere eletta come rappresentante (insieme ad altri dolci semplici e casalinghi) a emblema di un’alimentazione più genuina, per grandi e piccini; è infatti ideale tanto per la colazione quanto come comfort food per tutte quelle volte che si ha voglia di qualcosa di goloso ma sano. Sicuramente un’opzione migliore rispetto alle merendine confezionate, con in più il vantaggio di poterla personalizzare in base ai gusti personali, declinandola per esempio nella versione “Torta del nonno” con l’aggiunta del cacao e l’utilizzo delle mandorle al posto dei pinoli o con l’aggiunta di amarene all’interno della crema.
Insomma, poco importa che ci sia stata una nonna amorevole a insegnarci l’amore per la buona cucina, la tradizione pasticcera italiana ci ha lasciato un’eredità in grado di colmare eventuali lacune di nipoti!