Scuola, le vacanze estive dovrebbero essere accorciate?

Scuola, le vacanze estive dovrebbero essere accorciate?

Durante l’anno scolastico gli studenti aspettano con ansia l’arrivo delle vacanze estive per godersi un po’ di spensieratezza dopo mesi di studio.

In Italia, le vacanze estive durano dalle 12 alle 14 settimane, quindi oltre tre mesi. Si va in vacanza i primi di giugno per tornare tra i banchi di scuola solamente tra la prima e la terza settimana di settembre.

Rispetto ad altri Stati, le vacanze estive italiane sembrano essere piuttosto lunghe, ma hanno qualche effetto negativo sull’apprendimento degli studenti?

Sono anni che si discute sulla questione. Infatti, se da una parte le vacanze estive portano ad un calo significativo nell’apprendimento dei ragazzi, dall’altra il ritorno in classe dopo la pandemia che ha costretto alla Dad ha distolto l’attenzione dalla problematica legata alle vacanze estive. Infatti, con la didattica a distanza, la qualità dell’apprendimento dei giovani si è notevolmente abbassata ed il ritorno in classe ha apportato importanti miglioramenti. E questo ha placato la polemica legata alla durata delle vacanze estive.

Tuttavia, si tratta di un problema tutt’ora presente a cui si cerca da anni di trovare una soluzione. Bisognerebbe, quindi, ridurre le vacanze estive?

Le conseguenze delle vacanze estive troppo lunghe

Come abbiamo già visto, in Italia le vacanze estive durano dalle 12 alle 14 settimane. Invece, in Paesi come Francia, Germania, Liechtenstein, Regno Unito e Norvegia, queste vanno dalle 6 alle 8 settimane. In altri Stati come Finlandia, Grecia, Islanda, Portogallo, Spagna, Ungheria, le vacanze durano dalle 10 alle 12 settimane.

Appare evidente che quelle italiane sono le vacanze estive tra le più lunghe d’Europa.

Ciò si riflette negativamente sull’apprendimento dei giovani studenti, e ancora di più acuisce il divario territoriale e le diseguaglianze sociali.

Infatti, durante l’estate, gli studenti provenienti da famiglie con un buon reddito imparano mediamente di più rispetto agli studenti a basso reddito che hanno minori possibilità di accedere a risorse utili per mantenere attivo l’apprendimento. Abbreviare la pausa estiva potrebbe favorire l’apprendimento scolastico? Sarebbe utile in tutti i casi, anche se lo studente scegliesse un diploma 1, 2, 3, 4, perfino 5 anni in uno (qui trovi maggiori informazioni sul diploma in un anno, costi compresi)?

Quali sono le conseguenze di vacanze estive più brevi?

Secondo l’analisi Summer learning loss: What is it, and what can we do about it? condotta da M. Quinn e Polikoff, i punteggi degli studenti sono diminuiti durante le vacanze estive di un mese di apprendimento.

Inoltre, uno studio condotto nei Paesi Bassi ha evidenziato che anche un’interruzione relativamente breve, di sei settimane, porta ad una notevole riduzione negli apprendimenti degli studenti.

Il problema del cosiddetto “scivolo estivo” viene analizzata da anni e non mancano le prove a sostegno di questo fenomeno. Tuttavia ancora oggi in Italia parlare della perdita degli apprendimenti o di rimodulare il calendario scolastico rimane una sorta di tabù.

Il summer learning loss è una questione che, se trattata da chi di dovere nel modo corretto, potrebbe anche ridurre i divari di rendimento tra bambini ricchi e poveri.

Un’idea sarebbe quella di introdurre più pause durante l’anno scolastico in modo tale da ridurre la pausa estiva pur mantenendo fisso il numero totale di giorni di lezione.

La perdita di apprendimento estivo ha l’effetto di aumentare i divari sociali ed educativi degli studenti, e di conseguenza aumenta la probabilità di abbandono scolastico.

In più, un’altra conseguenza è l’aggravio di lavoro per l’insegnante che tornando in classe dovrà re-insegnare ciò che non è stato appreso.

La riduzione delle vacanze estive non garantisce che la perdita di apprendimento estivo sarà evitata, ma una pausa estiva più breve potrebbe diminuire il calo di apprendimento.

Ma bisogna anche affrontare il tema riguardante la qualità del tempo. Infatti, solamente con una scuola meglio strutturata si potranno avere risultati di apprendimento migliori per gli studenti.