Impronta dentale: le proprietà dei siliconi per realizzarla

Impronta dentale: le proprietà dei siliconi per realizzarla

Le impronte dentali sono essenzialmente delle repliche dettagliate della struttura della bocca del paziente. Possono riprodurre una sola arcata dentale o entrambe, a seconda delle necessità diagnostiche o terapeutiche. La corretta presa di impronta è fondamentale per garantire che le protesi o gli apparecchi ortodontici si adattino perfettamente alla peculiare fisionomia del cavo orale di ogni persona. Anche il minimo errore di precisione potrebbe pertanto compromettere l’esito del trattamento, causando attriti, frizioni o disallineamenti.

Un’impronta dentale ben realizzata è quindi uno strumento fondamentale per restituire un sorriso armonico e naturale. Effetti collaterali? Nessuno, se non una leggera sensazione di nausea legata prevalentemente all’ansia da poltrona: nulla che una respirazione regolare e una buona postura di testa e schiena non possa risolvere. Per quanto riguarda i materiali, sono diverse le opzioni attualmente disponibili. Le abbiamo analizzate insieme a DENS che svolge la sua attività come dentista a Como.

Impronta dentale: le migliori tipologie di materiali

La scelta del materiale adatto è alla base di una buona impronta dentale. Durante il processo, un dispositivo detto cucchiaio portaimpronta viene apposto sull’arcata interessata, restituendo la riproduzione negativa dei tessuti del cavo orale. All’interno del cucchiaio, si trova un materiale da impronta. Per essere adatto a questo compito, il materiale scelto deve avere alcune proprietà importanti:

  • Stabilità dimensionale;
  • Buon livello di consistenza, manipolazione e struttura;
  • Resistenza allo strappo ed elasticità;
  • Mantenimento del risultato nel tempo;
  • Buona compatibilità con stampi e materiali di modellazione;
  • Possibilità di essere disinfettato agevolmente;
  • Odore e gusto gradevoli al paziente.

I materiali che meglio rispondono alle esigenze necessarie per la realizzazione di una buona impronta per denti sono l’alginato e il silicone. Il primo è ottenuto da sali solubili di acido alginico, ed è ampiamente usato in ambito protesico e chirurgico. L’alginato si distingue per economicità e facilità di utilizzo. È inoltre durevole e dotato di buone proprietà idrofile. Ha tuttavia un recupero elastico inferiore ed è tendenzialmente più instabile del silicone. Quest’ultimo, sebbene abbia un costo più elevato dell’alginato, si presta dunque meglio alla realizzazione di una impronta dei denti accurata.

Impronte dentali: vantaggi e svantaggi dei siliconi per addizione e condensazione

Per realizzare l’impronta dei denti, vengono comunemente utilizzati due tipi di siliconi dentali: per condensazione e per addizione. Questi differiscono per la loro formulazione chimica, ma entrambi offrono ai dentisti maggiori possibilità di utilizzo rispetto all’alginato, non solo limitatamente alle impronte dentali. Vediamo brevemente le loro caratteristiche e le differenze principali:

  • I siliconi per condensazione, chiamati anche polidimetilsilossani o siliconi di prima generazione, sono stati sviluppati negli anni ’50. Questi materiali, costituiti da un polimero siliconico, possono essere densificati attraverso l’aggiunta di ossidi metallici e polvere di silice. Presentano un tempo di miscelazione ridotto, che si accorcia con temperature più elevate e aumenta con temperature più basse. Sono altamente elastici, convenienti dal punto di vista economico e resistenti all’acqua. Tuttavia, non sono molto adesivi e mancano di stabilità rispetto alle versioni più moderne.
  • I siliconi per addizione, sviluppati all’inizio degli anni ’80, sono noti anche come polivinilsilossani o siliconi di seconda generazione. Rappresentano un’alternativa più avanzata alle versioni a condensazione, grazie a un processo di miscelazione semplificato. Inoltre, presentano miglioramenti in termini di stabilità dimensionale e resistenza allo strappo. Questi siliconi offrono anche un’eccellente capacità di recupero elastico, garantendo un’alta precisione. Le versioni più moderne dei siliconi per addizione sono anche caratterizzate da una migliore bagnabilità, senza però perdere la loro idrofobicità, scongiurando perciò il rischio di imbibizione o sineresi.

Sebbene i siliconi di seconda generazione siano superiori, la scelta finale dipende dalle caratteristiche richieste dall’impronta dentale e dalle specifiche del contesto di utilizzo. Ad esempio, il silicone per addizione non può essere utilizzato con materiali contenenti zolfo, come i guanti in lattice, o insieme a prodotti odontoiatrici a base di solfato di alluminio.

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